Lotta del Governo Meloni ai trafficanti di esseri umani: il d.l. Cutro diventa legge

Alla Camera è stato approvato in via definitiva il d.l. Cutro sui migranti che ora sarà convertito in legge. 

Il Governo Meloni fa il primo di una lunga serie di passi avanti su questo tema: lotta all’immigrazione irregolare, lotta ai trafficanti di uomini, lotta perché l’immigrazione diventi veramente un problema europeo e non una piaga solo italiana!

 

Come promesso, inasprite le pene contro gli scafisti, i trafficanti di uomini, con una nuova fattispecie di reato nel caso di morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina, con pene fino a 30 anni di reclusione e l’inasprimento delle pene già previste. Che significa? Significa incentivare questi soggetti a pensarci più volte prima di giocare con la vita delle persone, significa evitare tragedie che non è possibile tollerare.

 

Non solo lotta agli scafisti: si disciplinano anche le quote massime di stranieri da ammettere in Italia per lavorare, stagionalmente o autonomamente, con decreto del Presidente del Consiglio, con la previsione di quote assegnate in via preferenziale ai lavoratori di Stati che – anche in collaborazione con lo Stato italiano – promuovono campagne mediatiche sui rischi per l’incolumità personale che derivano dall’inserimento in traffici migratori irregolari. 

 

Non ci sarà più il divieto di respingimento e di espulsione di una persona nel caso si ritenga che l’allontanamento del territorio nazionale della stessa comporti una “violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare”: ecco la stretta sulla protezione speciale tanto contestata dalla sinistra. Non si fa che eliminare un’espressione sostanzialmente priva di significato che garantiva la concessione del permesso di soggiorno senza alcun valido motivo di salute o di pericoli concreti per vita e incolumità personale. Il permesso di soggiorno concesso per protezione speciale, per calamità o per cure mediche non potrà essere trasformato in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. 

 

Viene inserito il delitto di induzione al matrimonio tra i motivi per i quali può essere rilasciato un permesso di soggiorno speciale alla vittima per sottrarsi alla violenza. Anche il permesso per motivi di salute viene concretizzato: non si potrà procedere all’espulsione solo in presenza di condizioni di salute derivanti da patologie di particolare gravità che non siano adeguatamente curabili nel Paese di origine. 

Ancora, il permesso di soggiorno per calamità verrà rilasciato solo quando il Paese di origine si trovi in una situazione di calamità contingente ed eccezionale e non meramente “grave” come oggi previsto. 

 

Misure anche per la gestione dei punti di crisi, più noti come hotspot, e dei centri governativi di prima accoglienza. Quello di Lampedusa potrà essere gestito dalla Croce Rossa Italiana con facoltà di deroga alla normativa vigente e sarà attivata anche una postazione medicalizzata del 118. Gli stranieri potranno essere spostati presso altre strutture analoghe sul territorio nazionale e il Prefetto potrà individuare strutture di accoglienza provvisoria in caso di indisponibilità di posti nei centri di accoglienza governativi. Sale a 45 giorni il termine massimo della proroga del trattenimento nei centri di permanenza per i rimpatri (CPR) applicabile agli stranieri provenienti da Paesi con cui l’Italia abbia sottoscritto accordi in materia di rimpatri.

Un primo passo concreto verso la soluzione a un problema di dimensioni immense: siamo consapevoli che l’immigrazione irregolare, con le regole attuali, non poteva essere più gestita senza un cambiamento di rotta netto e che le politiche sinistroide di accoglienza cieca non hanno fatto altro che portare il Paese quasi al collasso. 

 

Il Presidente Meloni, per la prima volta, sta concretamente portando in Europa la lotta per la difesa delle coste italiane: il d.l. Cutro farà aprire gli occhi, finalmente, all’Unione Europea, che dovrà farsi carico di un problema che non può essere gestito dalla sola Italia.

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