Il taglio al cuneo fiscale fa salire gli stipendi, ma ogni scusa è buona per criticare il Governo

Il Governo Meloni sta lavorando alacremente per raggiungere i risultati promessi in campagna elettorale. 

Come annunciato a seguito del Consiglio dei Ministri del 1º maggio scorso, il Parlamento è al lavoro e discute sul DL lavoro. 

Nonostante ciò, nel tipico modus operandi della sinistra, la polemica pare vada fatta comunque e a prescindere. Si contesta il Governo, sostenendo che i salari siano troppo bassi, affermando che nessuno abbia fatto niente per migliorare la soluzione, ma si fa molta attenzione a tenere nascosto il lato reale della medaglia: con il taglio al cuneo fiscale, gli stipendi degli italiani saliranno fino a 100€ in più al mese. E cresceranno proprio gli stipendi di chi ne ha più bisogno, ossia i lavoratori con redditi fino a 35.000€. 

Con questa misura si aumenta significativamente il potere di acquisto delle famiglie, che in questo periodo di crisi non è un risultato da poco. 

I posti di lavoro, nel frattempo, negli ultimi 4 mesi, sono aumentati di circa 200.000 unità. 

Altro che “ai margini”: il Governo Meloni sta lavorando e lo farà anche, naturalmente, incontrando i sindacati nei prossimi giorni. Nell’incontro che ha preceduto il Consiglio dei Ministri del primo maggio, il Presidente Meloni aveva anche preavvisato che quello del taglio al cuneo fiscale sarebbe stato solo il primo di una lunga serie di passi a favore dei lavoratori, in una direzione che richiederà sempre più dialogo coi sindacati. La critica apodittica, dunque, non ha ragione di esistere. 

Quella della sinistra sembra essere la solita polemica sterile, che si fa per il gusto di attaccare, senza tener conto dei fatti, rimanendo sempre fuori dal concreto e dalla realtà. I fatti reali sono evidenti: si taglia il cuneo fiscale e aumentano i salari, checché si voglia far pensare!

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