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“Si tratta di una riforma condivisa da tutto il centrodestra e non si piantano bandierine come ha giustamente detto il vicepremier Tajani. E’ certamente una priorità della maggioranza”. Lo afferma ad ‘Affaritaliani.it’ il sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia Andrea DELMASTRO sulla riforma del sistema giudiziario rispetto alla quale aggiunge: “Quest’anno sarà la priorità del governo e della maggioranza e contiamo di concludere l’iter parlamentare entro la fine del 2025”. “La riforma nel suo complesso prevede la separazione delle carriere, il sorteggio al Csm e l’Alta Corte con funzione disciplinare. La separazione delle carriere garantirà finalmente il giusto processo, come da dettato costituzionale dell’articolo 111, con la terzietà, anche apparente e non solo effettiva, del giudice – continua – Un giudice che, grazie al sorteggio, sarà libero dal peso delle correnti. Il meccanismo del sorteggio libererà quel 90% di giudici che vogliono compiere il loro dovere e che vogliono avanzare in carriera per meriti conseguiti sul campo e non per affiliazione a questa o a quella corrente”. “L’Alta Corte avrà il ruolo disciplinare e questo elemento sarà un elemento di garanzia: nessuno può essere giudice di se stesso sottolineo, infine, che non c’è alcun pericolo di sottomissione dei pubblici ministeri al potere esecutivo, perché ci sarà un doppio Csm – prosegue – È evidente e solare che se oggi la garanzia di autonomia della magistratura è stata affidata ad un solo Csm, la previsione di due Csm, uno per la magistratura inquirente e uno per quella giudicante, dovrebbe raddoppiare le garanzie. Questo banale ragionamento dovrebbe convincere della strumentalità delle critiche su questo punto specifico”. “Quando Giovanni Falcone parlava della necessità della separazione delle carriere non credo che si prefigurasse di sottomettere la magistratura al potere esecutivo, ma semplicemente di garantire la parità fra accusa e difesa e la terzietà del giudicante, come in ogni sistema liberale – continua DELMASTRO – La soverchia strumentalità della critica è la sua clamorosa inconsistenza mi fa intuire che è solo una questione di potere delle correnti. Sono orgoglioso che la riforma sia all’insegna del pensiero di Falcone: un giudice che ha pagato molto l’isolamento proprio da quei centri di potere e che ha sempre e solo ed eroicamente voluto fare il suo dovere”.