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“Nella mia delega non c’è il detenuto, ma la polizia penitenziaria. E guardando alla solerzia con cui oggi si chiede questo tipo di equiparazione, mi piacerebbe che questa solerzia ci fosse stata in tutti questi anni anche quando si incontrava solo il detenuto. Ricordo che i problemi delle carceri si risolvono anche con gli agenti della penitenziaria: non si capisce perché in passato si sfilava per incontrare solo i detenuti e non c’era mai nessuno che si stracciasse le vesti per le mancate visite agli agenti. Inoltre sottolineo che nonostante io venga dipinto come un ‘anti trattamentalista’, ho riempito le piante organiche degli educatori, vuote per anni. Trattamento e rieducazioni si garantiscono con le assunzioni degli educatori, non con petizioni di principio, come avveniva in passato”. Così il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, rispondendo alle dichiarazioni dell’ex presidente dell’Unione delle camere penali, Giandomenico Caiazza, il quale lo ha accusato di aver ignorato i detenuti durante le sue visite in carcere in questi giorni.