Risoluzione in commissione 7-00146
presentato da
testo di
La III Commissione,
premesso che:
il 10 gennaio 2019, il dittatore comunista Nicolas Maduro assumerà il secondo mandato presidenziale in Venezuela per un periodo di 6 anni, sino al 2025;
la seconda elezione di Maduro è stata ampiamente contestata ed è ritenuta illegittima sia dalla comunità venezuelana che da quella internazionale;
le contestazioni principali vertono sull’assenza di garanzie democratiche e la presenza di irregolarità nelle operazioni di voto svoltesi il 20 maggio 2018;
il 20 dicembre 2018 il Gruppo di Lima, organizzazione formata da 14 Nazioni americane (Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Guyana, Honduras, Messico, Panama, Paraguay, Perù e Santa Lucia), ha reso noto di non voler riconoscere i risultati delle ultime elezioni presidenziali in Venezuela e di non legittimare il nuovo mandato del presidente venezuelano. Tale decisione è stata ufficializzata nella riunione del 4 gennaio 2018, a sei giorni dal nuovo insediamento di Maduro a Caracas;
l’Unione europea ha mutato il suo orientamento sul Venezuela, dimostrando, ad avviso del firmatario del presente atto, di anteporre gli interessi economici particolari al rispetto dei valori democratici e dei diritti umani;
la posizione comunitaria inizialmente presa, ossia il non riconoscimento da parte dei ventotto Stati della nuova assemblea costituente poiché finalizzata ad esautorare il Parlamento nazionale, si è appiattita, sempre per il firmatario del presente atto, su quella magistralmente illustrata dal Ministro degli esteri della Spagna, Josep Borrel, ossia che l’Unione riconosce la legittimità del secondo mandato di Nicolas Maduro a partire dal 10 gennaio 2019, sebbene questo nuovo mandato poggi sulla base di elezioni che non si possono riconoscere;
tale posizione, a giudizio del firmatario del presente atto schizofrenica, è stata confermata nella riunione Consiglio «Affari esteri» dell’Unione europea dell’11 dicembre 2018. I Ministri degli esteri, infatti, hanno ribadito che il voto del 20 maggio 2018 e il suo risultato sono stati carenti di qualsiasi credibilità, poiché il processo elettorale non ha assicurato le necessarie garanzie per elezioni inclusive e democratiche;
i responsabili della diplomazia comunitaria si sono accordati anche per definire un approccio comune dell’Unione europea in vista dell’inizio del secondo mandato del presidente Maduro,
impegna il Governo:
dando seguito a quanto unanimemente convenuto in sede di Consiglio europeo e di G7, a non riconoscere l’esito delle elezioni presidenziali svoltesi in Venezuela il 20 maggio 2018 e, dunque, il secondo mandato presidenziale del dittatore comunista Nicolas Maduro;
a dare precise indicazioni all’ambasciatore d’Italia in Venezuela di non accettare qualsivoglia invito a cerimonie ufficiali che prevedano la presenza del dittatore comunista Nicolas Maduro.
(7-00146) «Delmastro Delle Vedove».