Pendolari – Lettera aperta al Prefetto

Biella, 9 ottobre 2018

Apprezzando,  e senza piaggeria alcuna, la Sua attenzione per il territorio e per il tema della sicurezza e della legalità, Le invio queste poche righe per chiederLe un intervento a tutela dei nostri concittadini biellesi che usano la rete ferroviaria regionale per spostarsi e raggiungere il proprio luogo di lavoro.

Molto spesso, questi spostamenti sono disturbati – quasi ai limiti dell’intollerabile – dagli inaccettabili modi di fare di una parte di cittadini extracomunitari – siano essi richiedenti asilo, rifugiati politici o soggiornanti di lungo periodo – che credono di aver trovato nel nostro biellese il loro Bengodi: viaggi gratis a spese degli italiani, posti occupati senza diritto, caos nelle carrozze, svilimento della figura del capotreno, spesso aggredito quando richiede che venga esibito il titolo di viaggio. In una semplice parola, mi sentirei di dire che godono di piena impunità. E l’impunità genera paura.
Gli episodi di cui sopra si moltiplicano per via della apparente impunità di cui credono di poter godere all’infinito i predetti.

Dall’altra parte, invece, ci sono i pendolari corretti – siano essi italiani o stranieri – che devono pagare un biglietto per vivere una quotidianità fatta di carrozze spesso fatiscenti, di treni cancellati all’ultimo minuto, di aria condizionata o riscaldamenti assenti e di ore e ore di ritardi. A questi, nessuno paga l’abbonamento ai mezzi di trasporto e non godono di alcun pocket money da 35 euro a carico del Viminale.

A mio avviso, Signor Prefetto, chi usa il treno per andare a lavorare, nel suo piccolo, compie alcuni semplici atti di amore e di civiltà che nobilitano l’uomo e la Nazione: assolvono al loro lavoro, assicurano il sostentamento alle loro famiglie e, non da ultimo, aiutano a proteggere l’ambiente perché, usando mezzi di trasporto condivisi, contribuiscono a ridurre le emissioni di anidride carbonica e a migliorare la qualità dell’aria che tutti noi respiriamo e, per questo, credo che lo Stato debba tutelare al meglio la loro incolumità e la loro sicurezza.

Immagino la frustrazione di pendolari e capitreno ad arrendersi all’idea per cui chi è italiano e non rispetta le regole viene (giustamente) punito, mentre chi in Italia è ospite e si permette di trasgredire alcune pacifiche norme di civiltà viene tollerato, compatito, giustificato se non addirittura difeso.

Conoscendo la Sua sensibilità e la Sua attenzione per il territorio, Signor Prefetto, mi permetto di appellarmi a lei perchè voglia porre il tema in Comitato Provinciale per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza Pubblica, sollecitando i controlli da parte delle Forze dell’Ordine.

Con ossequio
On.le Andrea Delmastro delle Vedove