Biella 30/05/2018
Ho partecipato all’incontro del comitato genitori dell’istituto superiore G. e Q. Sella, meglio noto come Liceo Classico e Liceo Linguistico, avente ad oggetto la decisione del Presidente della Provincia Ramella di trasferire alcune classi nella frazione di Pavignano. Parrebbe che vi siano difficoltà a individuare luoghi idonei nel centro cittadino, motivo per cui il Presidente non votato dai cittadini ha sbrigativamente deciso di spedire i ragazzi nella vallata lambita dal Cervo, ignorando i problemi logistici di genitori ed insegnanti.
Quello che più mi rammarica è che non si sia presa nemmeno in considerazione la possibilità di allestire delle classi nei palazzi pubblici, magnifici e vuoti, che si trovano al Piazzo. Il nostro borgo soffre principalmente della mancanza di persone che lo frequentano, di vita. É così da sempre, dagli albori della sua storia, quando dovettero essere dati dei privilegi, appunto “I privilegi del Piazzo” (come il permesso di macellare la carne o effettuare il mercato) per incentivare la gente a popolarlo.
Fortunatamente l’avvento di istituzioni liberali non consente più di forzare la residenzialità con privilegi del genere, ma almeno pensare di trasferirvi le scuole si poteva fare, soprattutto se l’alternativa è Pavignano. Palazzo Cisterna è completamente vuoto da anni e l’antica sede comunale è lasciata abbandonata alle angherie del tempo, ma anche altri edifici pubblici sono decisamente sotto occupati rispetto alle loro potenzialità.
Che bello sarebbe vedere il quartiere storico frequentato da studenti, certo anche questa soluzione andrebbe incontro a problemi di trasporto ma facilmente superabili: a breve sarà inaugurato un ascensore inclinato gratuito ed è già operativo da anni il parcheggio del Bellone con il suo ascensore che consente di arrivare velocemente al borgo.
Spero che Ramella non voglia prendere quella che per il suo ente sarebbe la soluzione più comoda, sebbene più scomoda per le famiglie, ma abbia il coraggio di osare e sappia immaginare una Biella diversa e con il proprio quartiere storico vissuto.
Davide Zappalà