Interrogazione a risposta orale: – Al Ministro dell’interno. – Per sapere – premesso che:
in data 15 luglio 2018 gli organi di stampa hanno dato risalto ad un preciso piano di contrasto alla emergenza della immigrazione clandestina articolato in dodici punti, elaborato dal generale di Corpo d’Armata Vincenzo Santo, ex capo di Stato Maggiore della Nato in Afghanistan;
il generale Santo ha pubblicato il predetto piano su Report Difesa e lo ha contestualmente presentato al Governo come promemoria;
il generale Santo, figura certamente autorevole in materia, ha precisato che «il traffico e l’arrivo incontrollato degli immigrati è da considerarsi una vera e propria che mette a rischio la sovranità non solo dell’Italia, ma dell’intera Unione europea»;
dopo aver proposto non solo e non tanto la chiusura dei porti, quanto e soprattutto il « blocco navale » davanti alle coste libiche, il generale Santo è interve nuto anche sull’annosa e spinosa questione della filiera dell’accoglienza italiana sottostanti interessi, spesso opachi, saltuariamente assurti agli onori della cronaca giudiziaria ed in ogni caso assolutamente privi di controllo;
in particolare, il generale Santo ha proposto di procedere al graduale cambio di gestione delle attuali strutture di accoglienza in favore della Protezione civile da rinforzare con personale in quiescenza delle Forze armate, da richiamare in servizio;
inoltre, il generale è intervenuto in merito all’istituto della «protezione umanitaria», previsto esclusivamente dall’ordinamento italiano nel panorama europeo, suggerendone l’abrogazione;
l’ordinamento italiano riconosce, infatti, tre tipi di protezione e segnatamente il diritto di asilo, la protezione sussidiaria – entrambe definite dall’ordinamento internazionale – e la protezione umanitaria, che, invece, non nasce da alcun obbligo internazionale né di carattere costituzionale;
la protezione umanitaria è stata introdotta nel nostro ordinamento con la cosiddetta legge Turco-Napolitano, e prevede che le commissioni territoriali che sul diritto di asilo possano riconoscerla «per gravi motivi umanitari», con ciò introducendo, ad avviso dell’interrogante, elemento eccessivamente elastico e discrezionale;
l’utilizzo indiscriminato della protezione umanitaria da parte delle commissioni territoriali è testimoniato inequivocabilmente ed eloquentemente dal fatto che il 50 per cento degli immigrati ai quali è stata riconosciuta una qualche forma di tutela sono stati ammessi proprio alla protezione umanitaria -:
quale sia l’orientamento del Ministro in ordine a questa proposta radicale di riforma del sistema dell’accoglienza, che avrebbe il pregio di svelare quelli che all’interrogante appaiono tanti, troppi, opachi interessi, e se intenda verificare la possibilità di affidare l’accoglienza alla Protezione civile e al personale militare in queiescenza;
quale sia l’opinione del Ministro, in ordine alla proposta di abolizione della protezione umanitaria, e, nell’ipotesi che concordi in merito all’abolizione, quali siano i passaggi che intende seguire e quali le tempistiche.