Delmastro: Interrgozagione su accordo di Caen per modifica dei confini marittimi Italiani

 

Venerdì 4 ottobre 2019

DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro per gli affari europei. — Per sapere – premesso che:

nel marzo del 2015 l’allora Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Paolo Gentiloni ha sottoscritto l’infausto Accordo di Caen tra Italia e Francia con il quale si sarebbero apportate significative modifiche ai confini marittimi italiani;

secondo il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale l’accordo, ad avviso dell’interrogante scellerato, sarebbe stato necessario per «definire i confini marittimi alla luce delle norme della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982, che supera la Convenzione per la delimitazione delle zone di pesca nella baia di Mentone del 18 giugno del 1982, convenzione che ha valore consuetudinario, in quanto applicata e mai ratificata, ai fini di colmare un vuoto giuridico»;

con il predetto trattato l’Italia avrebbe rinunciato a porzioni di sovranità nel mare ligure e nel tratto compreso tra il nord della Sardegna e l’arcipelago toscano;

prima ancora che venisse ratificato dal Parlamento il predetto accordo, la Gendarmerie francese già inibiva le predette acque a pescherecci italiani sino a fermare il peschereccio Mina e multarlo per aver pescato in «acque francesi»;

il tema della territorializzazione dell’alto mare da parte degli Stati riviareschi è di fondamentale importanza per l’Italia sia per il riverbero economico evidente sia per la difesa da eventuali sfruttamenti indiscriminati;

in particolare, fra le zone marittime che l’Accordo di Caen avrebbe ceduto alla Francia non vi sarebbero solo state zone decisamente pescose (fra cui la Fossa del Cimitero), ma anche riserve di gas (si stima 1,4 trilioni di metri cubi di gas) e di petrolio (si stima 0,42 miliardi di barili di petrolio);

improvvidamente in data 24 settembre 2019 nel corso della sua prima audizione in Parlamento il nuovo Ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola ha dichiarato, interpellato specificamente sul punto, che l’Accordo di Caen «è un negoziato ancora aperto»

se il Governo ritenga il dossier ancora aperto e se quindi si intenda procedere, sulla traccia dell’accordo di Caen, a cessioni e nuove delimitazioni dei confini marittimi italiani.

Andrea Delmastro