In audizione sulla situazione in Afghanistan il Ministro Di Maio ha saputo solo balbettare un aumento dei fondi per la cooperazione internazionale.
Non una sola parola di ammissione di colpa per l’ideologismo sfrenato con cui il M5Stelle, ancora tre mesi fa, festeggiava come una vittoria il disimpegno in Afghanistan senza chiedersi cosa sarebbe accaduto il giorno dopo.
Non una sola parola sul clamoroso ritardo nel recupero dei collaboratori dell’esercito italiano, nonostante da tempo FdI e gli stessi afghani chiedessero lasciapassare militare per fare rientro.
Non una sola parola, oltre a un generico richiamo all’accoglienza, su come gestire la catastrofe umanitaria, magari con un piano per i rifugiati che coinvolga i paesi limitrofi all’Afghanistan.
Non una sola parola sul rischio che dietro ai profughi si nascondano terroristi islamici come detto anche dal direttore di Aise Generale Caravelli.
Per Fratelli d’Italia è necessario recuperare immediatamente tutti i collaboratori, immaginare un piano umanitario che coinvolga i paesi limitrofi per i rifugiati, scongiurare il rischio che dietro i profughi si nascondano terroristi islamici come denunciato dai nostri servizi. Sembrava di assistere alla audizione di un Ministro per caso che fosse rimasto spiaggiato fino a poco tempo prima in Puglia.
Abbiamo preteso che nessun dialogo si apra con i talebani prima che diano eventuale prova di rispettare i diritti umani e che i finanziamenti per la cooperazione internazionale non transitino dalle autorità afghane perchè, in tal caso, non considereremo Di Maio il solito benefattore con i soldi degli italiani, ma complice e finanziatore dei talebani.